Analytics, Frequenza di Rimbalzo e Cookie Bot

Tra tutti i parametri che Google Analytics ci fornisce per comprendere il comportamento degli utenti che visitano il nostro sito web, la Frequenza di Rimbalzo (Bounce Rate) è uno di quelli che genera solitamente più errori di interpretazione.

Google definisce “rimbalzo” «una sessione di una sola pagina sul tuo sito. In Analytics, un rimbalzo è calcolato in modo specifico come una sessione che attiva una sola richiesta al server Analytics, ad esempio quando un utente apre una singola pagina sul tuo sito ed esce senza attivare altre richieste al server Analytics durante la sessione».

Ma quindi un’elevata Frequenza di Rimbalzo è un male? Falso, o meglio, dipende.

Se il sito è stato progettato e realizzato affinché l’utente navighi al suo interno visualizzando più di una pagina, come nel caso di un e-commerce, un’alta frequenza di rimbalzo non è desiderabile. Quando si verifica è pertanto opportuno indagarne le cause e intervenire per ridurla. In altri casi, come in quello di una landing page, di un sito one page o di un sito o pagina realizzati per fornire una risposta diretta all’utente, un’alta frequenza di rimbalzo è inevitabile, normale e in certi sensi desiderabile.

Questo ci fa comprendere perché Google, contrariamente a quanto a volte erroneamente si legga, non prenda affatto in considerazione la Frequenza di Rimbalzo per premiare o penalizzare un sito in termini SEO.

Controverso è invece l’impatto SEO del fenomeno noto come Pogo Sticking ovvero quella situazione in cui la pagina di un sito è ben posizionata su Google, ma gli utenti, non soddisfatti, la abbandonano immediatamente e riprendono la ricerca visitando altri risultati presenti sulla prima pagina, saltellando tra un sito ed un altro.

 

Una volta compreso il modo corretto di interpretare la Frequenza di Rimbalzo, vediamo come nel caso di siti di notizie, articoli e blog (e non solo), un piccolo accorgimento possa aiutarci a raccogliere con questo parametro dei dati più interessanti sul comportamento dei nostri utenti e sul loro tasso di coinvolgimento.

Si tratta dell’Adjusted Bounce Rate, o Frequenza di Rimbalzo adattata. Con l’Adjusted Bounce Rate si può comunicare ad Analytics di non considerare come rimbalzo una sessione in cui l’utente, pur non avendo generato altre interazioni, abbia trascorso sulla pagina un periodo di tempo superiore a quello da noi impostato (ad es. 30 secondi).

Un sito di notizie, che riceve la maggior parte del suo traffico da canali social, potrebbe facilmente avere una frequenza di rimbalzo superiore al 70%. Impostare un Adjusted Bounce Rate a 30 secondi può essere utile per capire se il contenuto delle notizie condivise risulta comunque coinvolgente per l’utente e quanti invece escono subito dalla pagina dopo aver letto le prime righe.

Guardiamo insieme alcuni esempi:

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Frequenza di rimbalzo (senza Adjusted Bounce Rate) di un e-commerce da 2000-3000 utenti in media al giorno (diverse fonti di traffico).

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E-commerce di pochi mesi d’attività (100-150 utenti in media al giorno). Il traffico di questo e-commerce proviene prevalentemente da campagne pay per click. In seguito a delle modifiche ad alcuni parametri delle campagne pubblicitarie si è registrata una diminuzione della frequenza di rimbalzo e un aumento del tasso di conversione del 76,65% (dallo 0,68% all’1,20%), in altre parole si è verificato un aumento del traffico di qualità.

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Calo della frequenza di rimbalzo in seguito all’impostazione di un Adjusted Bounce Rate a 30 secondi (sito promozionale con obiettivo lead e traffico di 30 utenti in media al giorno, proveniente esclusivamente da canali a pagamento).

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Calo della frequenza di rimbalzo in seguito all’impostazione di un Adjusted Bounce Rate a 30 secondi (sito di articoli con traffico di 100 utenti in media al giorno, proveniente prevalentemente da canali social). Il picco di Bounce Rate del 20 luglio (95%) è avvenuto in corrispondenza alla scansione mensile dei cookiebot. È importante evitare che questo accada andando a compromettere l’accuratezza dei dati raccolti, per questo è necessario impostare correttamente i filtri di traffico di bot e spider.